Cascata del Toce


Cascata del toce



Cascata del Toce Databile al 1894
Olio su tela, cm 102 x 61
Firmato in basso a destra "F. Ashton" .

Nel XIX secolo la Cascata del Toce era la più grande e celebrata attrazione ossolana dopo il Monte Rosa. Numerosi studiosi e viaggiatori ci hanno lasciato entusiastiche descrizioni di quella che veniva considerata unanimemente la più bella cascata delle Alpi. Eccone quella ben nota che Antonio Stoppani scrive nel Bel Paese, edito per la prima volta nel 1875; "Un vano, un'intaccatura, quasi un canale aperto da umano scalpello, in seno a quella barriera di rupi, apre l'unica via alla Toce, che giunta d'un tratto sull'abisso, vi si precipita senza freno, orribilmente muggendo, con un salto di 142 metri, formando una nappa della larghezza di 26 metri, e chi sa quanto larga nelle piene maggiori. La rupe, da cui si precipita il torrente, non propriamente a picco, ma forma una parete un po' inclinata, e ripartita in molti scaglioni, quasi ciclopica scalea, sui fianchi della quale cresce qualche scarso filare di abeti."
"Il torrente, già diviso in più cascate dove il salto incomincia, si suddivide, scendendo, in mille svariatissime cascatelle. Quale batte la rupe in forma di bianco fiocco e rimbalza, divisa in un nembo di spruzzi; quale si lascia sdrucciolare giù giù, lieve lieve, sulla roccia levigata, come un filo di bambagia, o come nastro ondeggiante di seta bianca; quale si sparpaglia, disegnando una rete a maglie d'argento, o cento tessuti diversi che di continuo si scompongono e si rifanno. Grado grado scendendo, spinte ora a destra ora a sinistra, s'incontrano, si azzuffano, si accapigliano.
Ma la cascata è una; e a vederla svolgersi, e rimutarsi sul fondo nero o bigio di quella fantastica scalea, la non si potrebbe paragonare che a una gran chioma bianca, disciolta e agitata dal vento. Una nebbia leggiera, a guisa di aureola perenne, si leva sull'abisso; e quando il sole dardeggia, l'iride vi si posa tranquilla, immobile, vero simbolo di pace in tanta guerra."
Questo dipinto risulta databile al 1894 per la concomitanza dei seguenti dati: l'albergo è raffigurato nelle dimensioni successive agli ampliamenti eseguiti tra il 1890 e 1893; nel 1894 Ashton era attivo in Valle Formazza, come dimostrano la litografia della Cascata del Toce e il dipinto Lago di Antillone, entrambi datati proprio 1894.

 

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