Macugnaga e il Monte Rosa

 

Monte Rosa e Macugnaga


Monte Rosa a Macugnaga (Pecetto di Sopra)
Olio su tela, cm 41 X 70,5
Firmato in basso a destra "F. Ashton" Collezione privata

In primo piano è raffigurata Pecetto, "dial. Ze Tannu (alla Peccia, al Larice Rosso)", e precisamente Pecetto di sopra (m. 1389), l'ultima frazione di Macugnaga, la più alta.
Sullo sfondo il Monte Rosa, di cui è visibile il "versante italiano ripidissimo, sul quale strapiomba la più alta e la più bella parete delle Alpi".
Il crinale di vetta del massiccio supera in gran parte i 4000 m, di altitudine e ha una media di 4400 m.; le vette più elevate sono la Gnifetti o Signalkuppe (m. 4554), la Zumstein (m. 4563), la Dufour (m. 4633) e la Nordend (m. 4612).
Nel corso e in special modo alla fine del XIX secolo Macugnaga, grazie alla grande forza attrattiva del Monte Rosa, divenne meta ambita e frequentata dagli alpinisti.
"I valligiani più esperti nelle scalate venivano assunti quali guide e portatori per i forestieri, spesso stranieri e abitualmente inglesi, i quali soggiornavano in Macugnaga presso gli alberghi che esistevano già in buon numero sia quali hotel veri e propri (il Monte Moro ad esempio) sia come pensioni familiari gestite talora dai parenti di quelle stesse guide che vi indirizzavano i clienti
nell'attesa di affrontare la montagna. Evidentemente anche le cime delle altre valli ossolane attirarono gli alpinisti, ma nessuna vetta ebbe la suggestione della parete est del Monte Rosa che seppe attrarre scalatori da tutta Europa."



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