Attrezzatura
: Comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo
Tempo
di percorrenza : 2.00h/2.30h di passo
calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 152 m (salita e discesa)
--- Pian Cavallo-Monte Morissolo +76m
Come
raggiungere Pian Cavallo: Da Verbania-Intra
in direzione Trobaso-Possaccio percorrere C.so Cobianchi
e quindi raggiungere la rotonda di c.so Cairoli vicino
al distributore Tamoil, seguire per il ponte sul S.Giovanni.
Alla rotonda dopo il ponte, prendere a destra la provinciale
che conduce a Premeno e, percorrendo la tortuosa e
panoramica strada raggiungere Pian Cavallo e il centro
Auxologico.
A
Pian Cavallo
(1235m) superiamo il centro Auxologico, e
dopo pochi metri sulla destra una strada con cartelli
indicatori, scende di poco a raggiungere una sbarra
dove lasceremo l'auto.
Qui al fianco del rinomato centro per la cura di disturbi
dell'alimentazione, superiamo la sbarra che impedisce
l'accesso alle auto e iniziamo a camminare su la strada
sterrata che si inoltra nel bosco.
L'escursione che ci apprestiamo a fare è facilissima
e adatta a bambini, anche se noi la facciamo in notturna
e quindi in questo caso è consigliato conoscere
preventivamente i luoghi.
Come si diceva facile ma ricca di storia, infatti
la strada che percorriamo è la strada militare
Cadorna.
Con
il nome di "Linea
Cadorna" si intende il sistema
di fortificazioni militari costruito durante la Prima
Guerra Mondiale tra il Lago
Maggiore e il Monte
Massone.
Le fortificazioni comprendono un fitto reticolo di
mulattiere militari, trincee, postazioni d'artiglieria,
luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche,
centri di comando.
Furono volute dal generale Luigi
Cadorna di Pallanza, capo di
stato maggiore dell'esercito italiano, per difendere
il confine da un ipotizzato attacco austro-tedesco
attraverso la Svizzera mai avvenuto.
Esse coprono, nella logica della "guerra
di posizione",
un dislivello di 2.000 m tra la piana del Toce
e il Monte Massone
e fra il Lago Maggiore
(Carmine inferiore) e il Monte
Zeda e proseguono nelle Alpi
centrali fino alle Orobie.
Tra l'Ossola
e la Valtellina
furono costruiti 72 km di trincee, 88 postazioni di
artiglierie di cui 11 in caverna, 296 km di strade
carrozzabili, 398 km di mulattiere.
I lavori costarono più di 100 milioni di lire
del tempo e impiegarono oltre 15.000 operai.
In un'economia di guerra, i lavori ebbero un impatto
positivo per le popolazioni locali in quanto offrirono
lavoro retribuito a muratori e scalpellini e costituirono
una prima occasione di lavoro salariato per la manodopera
femminile impegnata nel trasporto dei viveri alle
squadre in montagna.
Un "sentiero storico", attrezzato con pannelli
esplicativi per visite didattiche, è stato
allestito tra la
Punta di Migiandone e il Forte
di Bara.
Altri tratti visitabili sono la mulattiera nord del
Montorfano
e le alture del Verbano
(Passo Folungo,
Monte Carza).
Ben presto fuori dal bosco, la strada è ben
visibile incisa nella montagna, e in leggerissima
ascesa procediamo con alla nostra destra un panorama
fantastico.
Il
tramonto è ormai completo, gli ultimi riflessi
rosa colorano il Lago
Maggiore, e compaiono le prime luci
di Cannero sotto
di noi e Luino
al di la del lago sulla sponda lombarda.
Purtroppo la serata non è delle migliori, molte
nuvole coprono l'orizzonte e qualche tuono si ode in
lontananza ma non ci facciamo scoraggiare e proseguiamo.
La strada è in ottime condizioni, e sarebbe percorribile
anche in auto con cautela, ma giustamente è stato
chiuso l'ingresso per preservarla.
Aggiriamo un bel promontorio roccioso dove i muri di
sostegno della carreggiata sono ben visibili.
E
subito dopo appare già la nostra meta, nota anche
come il Cervino di Cannero, in un panorama che si fa
superbo.
Il
profilo del Morissolo è inconfondibile di fronte
a noi, alla nostra destra la bellezza placida del Lago
Maggiore all'imbrunire mentre sorge una timida luna
tra le nuvole.
Ancora pochi minuti, e tenendo la destra al bivio sotto
la cima, eccoci all'ingresso delle gallerie
(30/40 min) .
Le
gallerie di recente restauro, con la posa di cancelli
a molla per evitare l'ingresso delle numerose capre
e pecore che frequentano la zona, sono in ottimo stato
e un cartello all'ingresso ne descrive brevemente la
storia.
Entriamo e iniziamo l'esplorazione.
Al
secondo cancello è posto un interruttore con
sensori automatici, che attivano l'illuminazione delle
gallerie e facilitano la percorrenza.
Le caverne fortificate
del Monte Morissolo costruite tra il
1916 e il 1918, che costarono la vita anche a due operai,
avrebbero dovuto ospitare nelle quattro specole altrettanti
cannoni calibro 149,1mm che sparavano proiettili di
80kg sino a 15km di distanza.
Le aperture orientate a nord, nord-est avrebbero dovuto
proteggere il lato verso la Val Cannobina e la litoranea
del lago, come già detto per proteggere da una
presunta invasione austro-tedesca attraverso la Svizzera,
che mai ebbe luogo.
Scrive Teresio Valsesia
nel suo ormai mito "Val Grande ultimo paradiso"
: "La vetta del Morissolo è una gruviera
di gallerie, camminamenti, depositi scavati nella viva
roccia...".
Usciamo di nuovo all'aperto, una breve scaletta porta
ad un piccolo tunnel con punti per l'osservazione, mentre
alla base sulla destra esce un po' esposto un sentiero
che su alcune roccette conduce alla vetta del Monte
Morissolo e alle sue tre croci (1311m)(45/55min).
Ormai
il buio è quasi completo, lo spettacolo del Lago
Maggiore e delle luci dei paesi che popolano le sue
rive è grandioso, solo nuvoloni invidiosi coprono
la luna ormai splendente.
Scendiamo all 'interno di un bosco in buona pendenza
rieccoci sulla strada Cadorna, al bivio incontrato poco
prima dell'arrivo alle gallerie(1.15/1.30h).
Abbiamo così completato l'aggiramento del Morissolo.
Anche se il temporale si avvicina, ci meritiamo il premio
per questa bella gita notturna.
Ormai
è notte, le luci di Luino ci fanno compagnia, mentre
brindiamo alla bella serata, macchiata solo dalla mancanza
della luna piena.
Ritorniamo sui nostri passi sino a tornare a Pian
Cavallo dopo (2.00/2.30h).
Facile gita alla portata di tutti , ma se effettuata di
notte meglio conoscere i posti.
Un
grazie agli escursionisti di giornata Alberto, Fabrizio,
Francesco e Dario.