La
Scheggia
Scarliccio, Cortino, Alpe Anfirn,
Alpe Forno Rifugio Regi, Pizzo la Scheggia
Periodo
consigliato :
Da giugno a settembre
Attrezzatura
: Comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo, poncho, viveri per un giorno
Tempo
di percorrenza : 6.00h/6.30h (Scarliccio-La
Sheggia) di passo calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 2976m (salita e discesa) --- Scarliccio(978m)-Cortino(1285m)
+307m-- Cortino(1285m)-A.Anfirn(1524m) +239m-- A.Anfirn(1524m)-Rif.Regi
Alpe Forno (1888m) +364m -- Rif.Regi Alpe Forno (1888m)-P.zo
la Scheggia (2466m) + 578m
Strutture
: A.P.T. ufficio di Santa Maria Maggiore
Tel.0324/95091; Proprietario rifugio Regi, Sez. CAI Valle
Vigezzo, piazza Risorgimento, 28038 S. Maria Maggiore (VB),
tel. 032494737 ( il venerdì sera ) ritirare chiavi.
Come
raggiungere Scarliccio: S.M.Maggiore
è facilmente raggiungibile con la strada statale
per la Valle Vigezzo che si imbocca direttamente all’uscita
per Masera e Valle Vigezzo della superstrada, oppure con
il trenino della Vigezzina in partenza da Domodossola.
Arrivati a Santa Maria Maggiore, proprio all'ingresso si
prende a sinistra, fatto circa 1km ancora a sinistra si
prende la strada per Crana dopo poche centinaia di metri
nei pressi di un parcheggio, si trova di fronte la strada
che sale a Scarlicco chiare indicazioni, dove si arriva
dopo pochi chilometri d'auto.
A
Scarliccio
(978m), troviamo un piazzale dove parcheggiare le auto,
anche se la strada prosegue, un cartello indica il divieto
di accesso e l'indicazione "strada non collaudata",
quindi chi volesse raggiungere l'Alpe Cortino in auto tra
tratti asfaltati e sterrati, lo dovrà fare a proprio
rischio di eventuali multe e danni alla vettura.
Noi per festeggiare il ferragosto, dividiamo in due questa
nostra escursione, prima tappa Rifugio Regi con pernottamento,
seconda tappa per chi vuole, La Scheggia il mattino successivo,
quindi rientro.
La
strada parte subito benchè asfaltata con buona pendenza,
e qualche rampa accentuata, diviene sterrata nei pressi
di una fontana, per poi intervallare tratti asfaltati a
tratti sterrati.
Alla nostra destra per tutto la percorrenza di questa carrabile,
ci fa compagnia Arvogno
che cattura lo sguardo sul lato opposto della valle.
Superiamo dopo circa un paio di chilometri una cappelletta,
poco dopo il percorso spiana e quindi in discesa ci porta
in circa altri 1,5/2 km all'Alpe
Cortino (1285m) (50/60min).
L'Alpe
Cortino è costituito da un nucleo
di baite ben ristrutturate, che forse a definire solo baite
gli si fa torto per la loro bellezza, dovuta certamente
anche grazie alla comodità della strada.
Superiamo il ponte in ferro , dove qualche pescatore tra
noi sostiene di aver visto delle trote nelle pozze sottostanti,
qui la strada finisce, e proprio al termine seguiamo il
sentiero che entra nel bosco lasciando l'alpe sulla destra.
Dopo qualche minuto, all'interno del bosco arriviamo a un
bivio nei pressi di una stele con croce, prendiamo il sentiero
a sinistra che sale lungo il crinale coperto da un fitto
faggeto.
La salita si fa impegnativa, usciamo per poco dal bosco
e attraversiamo un torrentello, sopra di noi appare magnifica
la meta finale del giorno successivo.
Rientriamo
quindi nel bosco, le pendenze sono sempre buone ma non proibitive,
e se siete fortunati potreste fare simpatici incontri come
noi.....
E si
!! Due sodi porcini ci osservano da bordo sentiero, e rallegrano
il gruppo come allieteranno il sugo del pranzo !!!
Usciamo nuovamente dal bosco, in una larga radura, sulla
motta poco sopra appaiono le baite dell'Alpe
Anfirn (1524m)(1.50/2.00h) che raggiungiamo
in breve.
Qui
dei gentili signori, proprietari di una deliziosa baita,
ci confermano di essere sul sentiero giusto e ci ragguagliano
sul dislivello ancora da fare (circa 300m).
Rabboccate le borracce alla vicina fontana, ripartiamo rientrando
nel bosco ormai più rado e dominato dai larici alle
spalle dell'alpeggio.
La salita si fa davvero impegnativa, le pendenze sono notevoli
e gli zaini carichi di viveri ci costringono ad una bella
sfacchinata.
Riemergiamo finalmente dal bosco, superiamo un ultimo motto,
e davanti a noi appare in uno scenario eccezionale la nostra
meta Alpe Forno Rifugio Regi
(1888m)(2.45/3.00h).
La
fatica è ampiamente ripagata, al centro di un vero
e proprio anfiteatro naturale, caratterizzato dalla inconfondibile
finestra di roccia de La Scheggia,
è posto il Rifugio
Regi di proprietà del CAI Vigezzo,
dotato di 9 posti letto su tavolato, con materassi e coperte,
un bel camino, fornello a gas e fontana all'ingresso, presto
munito di pannello solare e quindi di luce elettrica.
A fianco piccolo bivacco invernale sempre aperto.
Per informazioni rivolgersi al CAI Valle Vigezzo, piazza
Risorgimento, 28038 S. Maria Maggiore (VB), tel. 032494737
( il venerdì sera ) per accedere al rifugio ritirare
chiavi in sede.
Il tramonto è già iniziato diamo uno sguardo
giù verso il bellissimo panorama della Valle
Vigezzo.
La
vista è grande, da sinistra vediamo la
bocchetta del Moino uno degli accessi alla
Vall'Onsernone, quindi il Trubbio
dove si possono vedere gi impianti di risalita, della sottostante
e ben visibile Piana di Vigezzo,
nella radura in basso Arvogno
con sopra la traccia della nuova pista da sci che lo collega
alla Piana, e laggiù in fondo la Valle
Vigezzo con Malesco
e Santa Maria Maggiore,
sopra i quali spicca la radura dell'Alpe
Cortino con il suo rifugio poco sotto la
croce de La Cima.
Vediamo anche l'inizio della Val
Loana e sullo sfondo le cime che ne fanno
da testata.
Cala il buio, prepariamo finalmente la cena con tutto ciò
che ci ha fatto sudare tanto in salita.
La
notte si presenta magnificamente stellata, ma freddina, in
lontananza una piccola nube temporalesca con i suoi lampi,
accende la nostra fantasia più di 100 spettacoli pirotecnici.
Poco
prima dell'alba sveglia e abbondante colazione, preparativi
per la partenza alla seconda meta di questo piccolo trekking.
Appena il cielo si schiarisce lasciamo il rifugio, imbocchiamo
il sentiero che passa poco sopra e ci dirigiamo verso la cresta
di sinistra dell'anfiteatro.
Il
sole fa capolino dietro le vette, il rifugio è ancora
immerso nell'ombra e nel sonno (per qualcuno).
Raggiunta in breve l'inizio della cresta, prestiamo attenzione,
il sentiero è un po nascosto e si inerpica dritto
lungo il crinale, non fatevi trarre in inganno dal sentiero
che prosegue in piano, il quale con ampio giro riconduce
poi di nuovo alla cresta ma allunga il percorso.
Iniziamo così la salita che si presenta subito impegnativa
per la pendenza che solo in brevissimi tratti da un po di
respiro.
Sempre poco sotto il filo di cresta, che sulla nostra destra
strapiomba giù nella larga radura dove è posto
il rifugio, il sentiero si inerpica verso la cima aprendosi
spesso su precipizi mozzafiato.
Nell'ultimo tratto di salita la traccia piega più
verso l'interno, e su magri e impervi prati, frequentati
solo da capre e pecore, si porta sotto la vetta a costo
di buona fatica.
Qui tra sfasciumi e prestando attenzione a scivoloni su
i sassi mobili e al vuoto che si apre di fronte a noi guadagnamo
in breve la vetta de La Scheggia
(2466m)(1.45/2.00h dal rifugio)(6.00/6.30 da Scarliccio).
La
Scheggia è la montagna più
alta del comprensorio vigezzino, e forse la più bella
esteticamente sia vista da lontano che da sotto le sue pareti
verticali, unica che può rivaleggiare è forse
la Pioda di Crana.
La giornata per noi non è delle migliori le nuvole
sono molto basse e noi ci siamo dentro, in qualche squarcio
possiamo ammirare in parte lo splendido panorama che si
gode da quassu.
Di fronte al nostro arrivo la
Pioda di Crana, e in una carrellata verso
destra (sud), in basso riappare il rifugio
Regi splendido al centro del emisfero formato
dalle pareti de La Scheggia, la Piana
di Vigezzo con le sue piste da sci, Arvogno,
la Val Vigezzo
la infondo, la Val Loana
e le sue cime, la Val di Basso,
il Pizzo Ragno,
Cima Mater,
la Val Agarina
e dietro sullo sfondo come un apparizione il Monte
Rosa, quindi i 4000
del vallese
Weissmies,
Lagginhorn e Fletchhorn.
Torniamo per lo stesso sentiero al rifugio, dove ci attende
un lauto pranzo.
Il tempo non promette nulla di buono, e anticipiamo un poco
il rientro, salutando l'accogliente rifugio
Regi che ci ha ospitato.
Ripercorriamo
il sentiero fatto il giorno precedente, accompagnati per un
po da una pioggerella battente, raggiungiamo dapprima l'Alpe
Cortino e quindi su la strada sterrata di
nuovo Scarliccio
partenza e arrivo del nostro micro trekking.
Bella escursione alla portata di tutti anche se a costo di
qualche fatica per i meno allenati sino al rifugio, consigliata
ad escursionisti esperti nel tratto dal rifugio alla vetta
a causa delle pendenze impegnative ma soprattutto dei pericoli
presentati da strapiombi e rocce instabili.